lunedì 23 gennaio 2017

PANIGACCI E TESTAROLI: DIFFERENZE E CARATTERISTICHE

I panigacci e testaroli sono due piatti tipici della cucina povera della Lunigiana che nascono da un impasto molto simile (quello dei panigacci è appena più denso), ma differiscono quanto a preparazione e consumo.

I testaroli sono un primo  molto diffuso condito con il pesto alla genovese.
IMPASTO COMUNE: 
Tanto i panigacci quanto i testaroli nascono da una semplicissima pastella di:
1 Acqua
2 Farina
3 Sale
Niente di più semplice e veramente semplice da preparare anche a casa. In generale la pastella è un po’ più densa per la preparazione dei panigacci e un po’ più fluida per i testaroli, ma la differenza tra i due piatti non sta certo in questo. Diversa è la cottura, che richiede – per la preparazione come da tradizione – il forno a legna ed è quanto rende difficile replicare la ricetta sui fornelli casalinghi.
 

La mesc-ciua

La mesc-ciua (letteralmente “mescolata”) e’ un piatto di tradizione povera nato dal porto.  
Alcuni raccontano che il piatto sia stato inventato in un giorno di magra quando non bastavano i fagioli per una fagiolata, né il grano per fare il pane; allora si mischiarono i rimasugli di entrambi e si aggiunsero anche i ceci.
Il piatto tipico spezzino e’ nato dall’arte di arrangiarsi in un periodo difficile per l’Italia, dall’uso di mescolare i legumi raccolti sulle banchine dalle mogli dei lavoratori che scaricavano le navi. Le granaglie cadute dalle fenditure dei sacchi diventavano gli ingredienti per zuppe sostanziose, in grado di sostituire portate di carne.
Il contenuto della zuppa variava di in volta in base al mix trovato nel porto di La Spezia, vero e proprio crocevia del commercio di legumi.
RICETTA:

Tempo: 2 ore e 15 minuti, più almeno 12 ore di ammollo

Ingredienti:

Ceci

• fagioli cannellini
• farro e/o grano tenero
• olio extravergine di oliva
• sale
• pepe
Preparazione:

Ammollate in una ciotola i fagioli, coprendoli abbondantemente di acqua tiepida con un pizzico di bicarbonato. Versate in un’altra ciotola il farro e i ceci, coprite anch’essi di acqua tiepida con un pizzico di bicarbonato. Lasciate tutto in ammollo per almeno 12 ore.
Scolate i ceci e il farro circa 4 ore prima del pranzo, metteteli in pentola con acqua fredda poco salata, portate a bollore e lessa teli per circa 2 ore abbondanti.
Cuocete separatamente i fagioli, dopo averli scolati: si cuociono in un’altra pentola perché necessitano di una cottura meno prolungata; inoltre, così facendo, si mantengono più distinti i sapori di entrambi i legumi. Lessateli in acqua leggermente fredda per circa 1 ore e 30’.
Unite quindi i fagioli, con parte del loro liquido, alla pentola con i ceci e il farro, fino ad avere complessivamente circa 1 litro e mezzo di liquido. Regolate di sale e cuocete ancora per circa 15’, in modo da amalgamare i sapori. Versate la mesciua in una zuppiera. Ogni commensale condirà la sua porzione direttamente nel piatto con un giro di olio extravergine di oliva e una macinata di pepe.